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Gabriel Naudé, bibliotecario, grande erudito e teorico della necessità politica dei colpi di Stato, è uno dei protagonisti del libertinage érudit seicentesco. A partire dalla ricognizione di una categoria storiografica spesso abusata, questo saggio ne ricostruisce la biografia intellettuale e il pensiero sulla base di uno spoglio sistematico delle lettere, oltre che dei testi. Ne emerge un Naudé molto "padovano" e di orientamento materialista, al quale l'aristotelismo eterodosso fornisce una teoria della conoscenza funzionale alla negazione del sovrannaturale e dell'esistenza di sostanze disincarnate (e dunque di demoni, angeli, beati e anime immortali). A tale negazione l'esprit fort perviene attraverso la sistematica critica del prodigioso e delle credenze non fondate su prove e testimonianze certe, servendosi di una scrittura obliqua che pretende dal lettore il ruolo attivo di completamento del non detto e di emancipazione da ogni comportamento gregario.